Sul come e perchè le genti di montagna e di pianura del Piemonte abbiano imparato a gustare ed apprezzare il pesce, che un tempo veniva venduto da ambulanti specializzati, che dalla vicina Liguria si inerpicavano lungo le montagne per portare il prezioso carico nelle campagne piemontesi e persino nei cortili di Torino, sono stati fatti studi e scritti libri.
Alcuni vogliono che siano stati addirittura i temibili saraceni a divulgare l’uso del pesce salato tra la popolazione, un’ipotesi verosimile, visto che le cronache raccontano come una banda di questi si sia spinta fin nel profondo della Val Cenischia, vicino a Susa, per distruggere e saccheggiare l’abbazia dei monaci di Novalesa, una delle più antiche del Piemonte.
Un altra ipotesi vuole che le acciughe fossero parte del carico di sale, un alimento prezioso e raro, che mercanti e contrabbandieri facevano arrivare fino all’entroterra.
Sicuramente l’acciuga, come altri pesci di cui da lungo tempo si conoscono le tecniche di conservazione, la salatura, l’affumicatura e la disidratazione, tra i quali altrettanto noti e consumati in Piemonte sono il merluzzo e l’aringa, erano i pochi alimenti di mare che potevano, in un’epoca in cui mancavano frigoriferi e trasporti rapidi, viaggiare per lunghi percorsi e lunghi periodi di tempo senza patire guasti.
La Bagna Caoda, una salsa a base di aglio ed acciughe dentro alla quale si intingono verdure cotte e crude, è un piatto, allora come oggi, decisamente costoso, e per questo motivo viene consumato, solitamente durante la stagione invernale, in momenti particolari, diventando l’occasione per incontrarsi con amici e parenti.
Un aneddoto divertente legato alla Bagna Caoda è che spesso vi verrà consigliato, se vorrete provarla, di gustarla il venerdì, o al massimo il sabato sera, soprattutto se la settimana successiva avrete importanti appuntamenti sul lavoro o nello studio: rischiereste altrimenti di fare il vuoto intorno a voi…
2 commenti su “L’acciuga nella cucina piemontese”
I commenti sono chiusi.
penso che quello della cucina sia l’ennesima riprova della commistione di culture piemontese e ligure. Nella zona del basso monferrato ci sono luoghi come Novi Ligure (Piemonte). Una delle specialità della zona è la focaccia di Novi che è quasi identica a quella Ligure. Cercando ricette su internet mi è capitato di trovare una ricetta che mi sento di consigliare fatta con un vino di quelle zone il Cortese di Gavi: http://www.youtube.com/watch?v=Nnmw2LC5qmw
Indubbiamente vero, un caso piuttosto curioso questo. La valle Maira in provincia di Cuneo è la patria degli acciugai.
Per salvaguardare i ricordi del mestiere è stata fondata la Confraternita degli Acciugai e sono stati pubblicati due libri: IL SALE NELLE VENE racconti degli acciugai, L’ACCIUGA NEL PIATTO ricette e curiosità sull’acciuga salata.
Si possono acquistare sul sito della casa editrice I LIBRI DELLA BUSSOLA. Sempre sul sito sono pubblicizzati gli eventi in cui incontrare i rappresentanti della confraternita, nonché autori dei libri!