
L’evento, dal titolo “Benvenuto Brunello“, ospiterà 150 produttori, operatori e giornalisti da tutto il mondo, e avrà luogo alla Fortezza di Montalcino. Le aziende presenteranno i loro vini: Brunello, Rosso di Montalcino, Sant’Antimo e Moscadello, esclusi i vini IGT.
Montalcino, capitale di uno dei più famosi vini Made in Italy, si scopre città modello di accoglienza e integrazione razziale.
Con un giro d’affari annuo di 130 milioni di euro, le aziende del distretto di Brunello hanno da offrire posti di lavoro ad enologi, manager, responsabili commerciali e segretarie, l’importante è avere una buona conoscenza delle lingue dato che il 60% del noto vino toscano viene venduto all’estero.
L’alta qualità di vita offerta da Montalcino, ha contribuito nel corso degli anni alla formazione di una comunità cosmopolita, senza cui la produzione del brunello non sarebbe possibile.
Rispetto alla media italiana del 5% di presenza straniera sulla popolazione complessiva, considerevole è il dato riguardante Montalcino, dove i 633 stranieri residenti provenienti da 47 paesi diversi rappresentano circa il 12% della popolazione, una risorsa vitale per l’economia del territorio.
Il Brunello di Montalcino, pressochè sconosciuto al di fuori della zona di produzione sino alla metà degli anni ’60 se non da una ristretta cerchi di intenditori, è diventato più conosciuto nel decennio successivo sino a diventare uno dei più quotati vini italiani di qualità . Per testimoniare questo successo basta ricordare che nel 1975 furono imbottigliate da 25 aziende circa 300.000 bottiglie, vent’anni più tardi, nell’annata de 1995, le bottiglie imbottigliate da 120 aziende furono ben 3.500.000.
Un vino prezioso e ricercato per le tavole più raffinate sparse in tutto il mondo, che penetrando in tutti i mercati mondiali, ha permesso di elevare l’immagine del vino italiano.
Speriamo che il Brunello si lasci definitivamente alle spalle polemiche e figuracce e torni la punta di diamante dei nostri vini nel mondo!